LE
NEBBIE DI AVALON
di
“Avalon sarà sempre accessibile per chi
saprà trovare la strada. Ma se l’umanità non vi riesce, allora forse questo è
il segno che non è pronta.”
Il primo libro
Fantasy non si scorda mai, ed il mio è stato “Le Nebbie di Avalon” di Marion Zimmer Bradley. L’ho ricevuto in
regalo a 15 anni e, da allora, ho perso il conto di quante volte l’ho letto e
riletto!
Il libro
riprende il mito di Camelot e re Artù, ma la scrittrice descrive tutto da un
punto di vista diverso: quello femminile. E questo, a mio parere, è uno dei due
elementi chiave del romanzo!
Non sono più
Artù, Lancillotto e le varie battaglie dei cavalieri il fulcro della storia, ma
Igraine, Viviana, Morgause, Morgana, Ginevra e tutte le donne che li
circondano, introdotte una ad una con pensieri e riflessioni profonde sulla
loro vita e le loro motivazioni.
Con il suo stile
fluido e scorrevole, unito ad una narrazione coinvolgente e qualche piccola
libertà creativa, Marion Zimmer Bradley esalta il potere femminile e la visione
matriarcale che si oppone ad un mondo maschile in cui l’uomo, specialmente la
figura dell’uomo come “guerriero”, domina la donna, allora considerata solo
come un semplice “ornamento”!
Il secondo
elemento chiave del romanzo è il contrasto tra il culto della Dea di Avalon e
l’avvento del Cristianesimo in Britannia, rappresentati anch’essi nel romanzo
da due figure femminili molto importanti: Morgana e Ginevra, rispettivamente la
sorella, da parte di madre, e la sposa di Artù.
Morgana è la
vera protagonista del romanzo e voce portante della storia (qualche volta,
infatti, vi sono delle sue citazioni in prima persona).
Qui, ella non
viene dipinta come nelle leggende, ossia ambiziosa, cinica e vendicativa… No!
Marion Zimmer Bradley dona al personaggio una certa sensibilità, descrivendola
come una sacerdotessa di Avalon, votata al bene della sua terra ed alla
preservazione degli antichi culti; lei stessa riconosce che il vero nemico di
Avalon non è il Cristianesimo, bensì le visioni ristrette e bigotte dei suoi
preti, arrivando anche a riconoscere una nuova forma della Dea nell’immagine
della Vergine Maria.
Morgana
sacrifica tutto ciò che ha e che ama in nome di qualcosa di più grande: la
devozione verso la sua Dea, le sacerdotesse ed il piccolo popolo di Avalon; a
volte, si considera una vittima del fato, non avendo una vera e propria scelta
nelle decisioni che prende nella vita.
Ella è molto più
di una semplice sacerdotessa, è una “Fata”:
una creatura forte, carismatica e dotata di grandi poteri ma che, allo stesso
tempo, appare fragile e triste per aver rinunciato alla felicità che ogni donna
vorrebbe, tra cui il vero amore e poter crescere il proprio figlio.
A lei, si oppone
la bionda Ginevra, presentata nel libro come una donna infelice, depressa ma
anche, soprattutto, come una cristiana fanatica ed isterica che disprezza
Avalon ed i suoi culti e fa di tutto perché Artù si allontani da tutto ciò!
A volte, infatti,
come afferma ironicamente Morgana, sembra che “Ginevra cerchi di essere più cristiana di Cristo…”!
Inoltre, siccome
non riesce a concepire e partorire dei figli, Ginevra considera la sua
sterilità come un “castigo divino”
dovuto ai peccati del proprio sposo ed il fatto che lui conceda ancora ai pagani di mantenere le loro
barbare tradizioni… un comportamento piuttosto ipocrita considerando l’amore
clandestino tra lei e Lancillotto, cugino e cavaliere di suo marito!
Anche l’odio che
ella mostra di provare nei confronti di Morgana appare come esagerato e fuori
luogo, poiché Morgana non l’ha mai odiata davvero, anzi le ha voluto molto bene
mostrando di comprendere alcune sue fragilità, tra cui l’amore nei confronti di
Lancillotto, figlio di Viviana, sua zia e madre adottiva.
E Artù si
ritrova combattuto tra queste due donne: da un lato, la sua amata sorella in
cui ha sempre visto il volto della Dea e, dall’altro, la sua bella ma infelice
sposa per cui prova un sentimento misto tra pena e compassione!
Ci sarebbe
ancora molto da dire sulla trama, ma non voglio rovinare la sorpresa per chi
non avesse ancora letto questo splendido libro che, ancora oggi, mi capita di
sfogliare e leggere, per via dell’immortale magia che sembra essere intrisa
nelle sue pagine… una magia dolce e malinconica, ma anche profonda ed intrisa
di passionalità!
Personalmente, consiglio
la sua lettura ad ogni appassionato/a del genere Fantasy, sia per la sua storia
presentata in modo impeccabile sia per lo stile unico ed appassionante dell’autrice!
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